mercoledì 14 gennaio 2015

La crescita demografica


La crescita demografica del Settecento (pari al 60% circa) è spesso definita una rivoluzione demografica in quanto con questa espressione non s’intende la sola crescita, quanto il sostanziale mutamento del regime demografico: infatti, i secoli precedenti avevano visto alternarsi periodi di crescita e periodi di diminuzione o stagnazione, mentre la crescita che si rafforzò in questo periodo si rivelò permanente (cioè senza interruzioni da parte di eventi catastrofici). Gli storici sono in pieno accordo sul fatto stesso della crescita, ma questo non si può dire su quali siano le cause di questa rivoluzione. La crescita demografica può essere vista come la conseguenza della riduzione della mortalità, che trova a sua volta una causa nella scomparsa della peste: infatti, dopo l’epidemia del 1665-1668 ad Amsterdam, Londra e Parigi (se si esclude quella che colpì la Provenza e Marsiglia nel 1720) non ci furono più casi gravi di peste in Europa Occidentale. Per spiegare la scomparsa della malattia che per secoli aveva flagellato l’Europa, sono state avanzate quattro ipotesi (e tutte valide):

  •  La peste è soggetta a cicli secolari di maggiore o minore virulenza;
  • I cambiamenti climatici avvenuti nel Settecento (si parla di piccola era glaciale) hanno reso l’ambiente poco adatto alla proliferazione delle pulci portatrici del bacillo;
  • La comparsa di una nuova specie di ratti (rattus norvegicus) ha portato alla scomparsa del ratto nero, portatore della peste;
  • L’utilizzo della quarantena, dei lazzaretti e dei cordoni sanitari ha permesso di bloccare per tempo il diffondersi della malattia;
La peste scomparve intorno al 1670, tuttavia la crescita demografica iniziò soltanto intorno al 1720: infatti,altre malattie affliggevano la popolazione europea, mala maggiore causa di morte di questo periodo fu il vaiolo (10-15% della mortalità totale). Il vaiolo è una malattia infettiva infantile, assai meno letale della peste ma ben più frequente, che uccideva ben un quinto degli ammalati, lasciando i sopravvissutideturpati da numerose cicatrici, ma è nota anche per essere stata la prima malattia sconfitta dal progresso delle pratiche mediche: verso la fine del‘700, infatti, Edward Jenner scoprì che iniettando nell’uomo il vaiolo della vacca (vaccino), questo acquisiva l’immunità alla malattia. La riduzione della mortalità non va ridotta alla lotta contro il vaiolo e alla scomparsa della peste: la maggiore igiene, dovuto alla frequente pulizia col sapone, all’uso di diversi indumenti intimi in cotone, ad un diverso tipo di abitazione con stanze separate e alla raccolta delle immondizie, ha portato alla riduzione della possibilità di contrarre malattie..A ridurre la mortalità contribuisce anche la minore frequenza delle carestie.


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