La seconda metà del Settecento conobbe anche l’inizio di un
processo di profonda trasformazione delle attività produttive , che avrebbe
portato al superamento di un mondo dipendente quasi solo dall’agricoltura . In
Inghilterra infatti verso il 1760 si sviluppo la cosiddetta “rivoluzione
industriale”. La parola “rivoluzione “ sottolinea che l’industrializzazione
provocò un cambiamento radicale , anzitutto a livello economico-produttivo , ma
anche in altri ambiti e settori.
Cambiarono i rapporti tra le classi, cambiarono i rapporti tra mondo
rurale e mondo urbano , cambiarono infine tanti aspetti della vita quotidiana e
della mentalità.
La rivoluzione industriale inglese fu un processo che si
dispiegò nell’arco di diversi decenni , un tempo comunque molto breve , se
paragonato alla lentezza delle trasformazioni nel sistema produttivo avvenute
in Europa nei secoli precedenti: anche da questo punto di vista , dunque , una
“rivoluzione”. La rivoluzione
industriale iniziò in Inghilterra e lentamente si propagò sul continente, e ,
più lentamente ancora , nell’America del Nord.
Perché è nata in Inghilterra?
Indubbiamente perché in quel paese le rivoluzioni demografica
e agricola facevano più decisamente sentire le loro conseguenze. Lo sviluppo
dei campi chiusi, la sostituzione progressiva dell’allevamento all’agricoltura,
congiunti ad un incremento rapido della popolazione , gettano sul mercato del lavoro , una massa
enorme di disoccupati .
Verso la metà del Settecento tra gli scienziati e gli ingegneri inglesi si era manifestato un notevole interesse per vapore e le sue possibili applicazioni. Il progresso decisivo fu compiuto nel 1769 da James Watt che brevettò una macchina a vapore in grado di pompare fuori l’acqua dai pozzi
La grande svolta però avvenne nel 1781 quando Watt
brevettò una macchina che utilizzava il
vapore come forza motrice.
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