giovedì 15 gennaio 2015

I cambiamenti dell’agricoltura e le “enclosures”




Il paesaggio agricolo dell’Inghilterra settecentesca si trovò completamente modificato rispetto a quello dei secoli precedenti, ciò era dovuto all’emergere di un nuovo modo di coltivare la terra e di gestirne la proprietà: si trattava delle “enclosures” o meglio delle recinzioni delle terre. Il modello agricolo di base, che copriva la gran parte delle proprietà europee, era costituito da una serie di terreni contigui fra loro e posti sotto la giurisdizione di un villaggio; i proprietari dei singoli campi erano anche possessori del raccolto che ne ricavavano, tuttavia fornivano una serie di diritti alla comunità, come quello di pascolare gli animali, quando il campo non era messo a raccolta. Mentre le terre boschive o incolte erano aperte a tutti indipendentemente dall’utilizzo che ne si faceva. Questo modello cominciò a essere rimpiazzato dalle recinzioni nel corso del ‘500 per poi divenire una rarità nel XVIII secolo, quando ormai le enclosures costituivano l’84% della superficie coltivata in Inghilterra e Galles. Il nuovo modo di fare agricoltura era costituito dalla rivendicazione, da parte del proprietario, della completa autonomia del proprio sistema agricolo dalle esigenze della comunità rurale, a questo si aggiungeva la privatizzazione delle terre comuni. Il sistema aveva il lato positivo di spingere l’agricoltore a soddisfare non più le esigenze dell’autoconsumo ma quelle del mercato, divenendo di fatto un imprenditore. Il fenomeno tuttavia a causa della concorrenza che generava fra i vari proprietari divenne causa del progressivo diminuire dei proprietari/coltivatori i quali divennero sempre meno, trasformando così gran parte degli ex-proprietari in lavoratori agricoli salariati. Altro importante cambiamento che investì le terre che scelsero la recinzione fu quello del passaggio dalla rotazione triennale a quella settennale. Infatti ben presto vennero introdotte nuove coltivazioni (foraggi principalmente) allo scopo di arricchire il terreno, che così poteva sopportare cicli produttivi più lunghi. Cicli produttivi più lunghi consentivano una maggiore disponibilità di cibo per uomini e per animali, così ben presto anche l’allevamento divenne una componente fondamentale delle nuove aziende agricole, giungendo a livelli di produttività mai visti in precedenza. Il sistema delle enclosures era solo uno dei tanti nuovi metodi di fare agricoltura che si affermavano nell’Europa del XVIII secolo, sistemi tuttavia destinati ad avere una diffusione assai limitata a causa del sopravvivere dei vecchi sistemi di origine feudale. Ai nuovi sistemi agricoli ben presto si associò anche la diffusione di nuove piante, queste provenienti dal nuovo mondo diverranno parte integrante della dieta europea. Si tratta sostanzialmente della patata, che in Europa centrale e Irlanda diverrà l’elemento basilare della vita contadina; del granturco o mais, che prenderà piede nelle regioni meridionali del continente europeo rimpiazzando il frumento che divenne sempre più cibo per le classi privilegiate; infine anche se non coltivato a scopo alimentare vi era il tabacco che diverrà estremamente importante grazie alla produzione di beni di consumo che ne era derivata.

                                                                                                                              Stefania Blasi

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