. I bambini entravano
dai cancelli alle cinque del mattino e ne uscivano verso le otto di sera,
compreso il sabato. I pasti venivano consumati in brevi soste: mezz’ora per la
prima colazione, un’ora per il pranzo.
Ogni mancanza o ritardo veniva punita con feroci battiture.
Il lavoro dei bambini-operai era reso ancor più duro dalle
condizioni in cui si svolgeva. Capannoni dai soffitti bassi, dalle finestre
strette e quasi sempre chiuse: la temperatura dei locali oscillava tra i 26 e i
30 gradi. Frequenti erano anche gli infortuni, come l’asportazione di una
falange del dito, a volte di un dito intero, o anche di tutta la mano,
stritolati dagli ingranaggi delle macchine. Infatti, il fermo produzione era
impensabile, e tutte le operazioni venivano svolte con i telai costantemente in
movimento.
Giovani donne e bambini dai sei anni in su erano molto
utilizzati perché venivano pagati di meno rispetto agli uomini . Nel settore tessile per esempio percepivano
da un terzo a un sesto del salario di un lavoratore maschio adulto. Tuttavia ,
donne e bambini non venivano utilizzati solo per questo motivo , o perché erano
più disciplinati degli uomini. In alcuni settori fornivano migliori prestazioni
: nella filatura , per esempio, avevano dita più fini capaci di manipolare la
fibra con maggiori agilità e velocità; i bambini erano inoltre estremamente
veloci nell’infilarsi sotto i macchinari per recuperare il cotone disperso
durante la lavorazione .
Le miniere erano anche peggio delle fabbriche.
Qui i bambini, per lo stesso motivo
che li rendeva ideali come spazzacamini (un’altra loro diffusa “occupazione” all’epoca), venivano usati per
portare il materiale estratto dal fondo della miniera in superficie, attraverso
stretti cunicoli.
La presenza di bambini -operai nelle fabbriche e nelle miniere fu una costante del processo di
industrializzazione, con effetti disastrosi per la società sul lungo periodo:
individui disfatti sul piano fisico (malformazioni, malattie professionali,
sviluppo stentato) e sul piano morale (mancata istruzione, lontananza dalla
famiglia).